FUNZIONE URINARIA

La funzione urinaria è svolta dalle alte vie urinarie (reni e ureteri) e basse vie urinarie, di particolare interesse per l’argomento qui trattato. Fanno parte di queste ultime la vescica e l’uretra.

La vescica è un organo che può essere considerata il “serbatoio” dell’urina, mentre l’uretraè un condotto tubulare posto in continuità con la vescica e che sbocca all’esterno. Il pavimento pelvico circondando l’uretra con le sue fibre muscolari, costituisce lo sfintere uretrale interno e lo sfintere uretrale esterno; il primo non è sottoposto al controllo volontario del soggetto, mentre lo è il secondo , che ci permette pertanto di trattenere l’urina spostando a piacimento e in condizioni socialmente accettabili la minzione.

L‘urina, filtrata dai reni, prosegue attraverso gli ureteri e raggiunge la vescica. All’interno di questa sono presenti piccole cellule sensistive (recettori) che informano il cervello, attraverso il midollo spinale, sullo stato di riempimento vescicale. Quando l’individuo decide di mingere, la vescica si contrae, gli sfinteri uretrali si rilassano e l’urina defluisce all’esterno attraverso l’uretra.
La fase di accumulo dell’urina in vescica è denominata “fase di riempimento”, mentre il momento in cui l’urina fuoriesce all’esterno del corpo è detta “fase di svuotamento”.

E’ considerato normale un intervallo di 3-4 ore tra una minzione e l’altra. Questo riferimento può subire variazioni in relazione a molteplici fattori (alimentazione, idratazione, sudorazione, ecc.)

FUNZIONE FECALE

La funzione fecale è svolta fondamentalmente dal tratto terminale del tubo digerente. Il materiale fecale, prodotto dall’attività digestiva, arriva nel sigma, che può essere considerato il serbatoio delle feci.

Da qui circa un paio di volte al giorno queste sostanze passano nella porzione superiore del retto chiamata ampolla rettale; questo fenomeno viene percepito dal soggetto più o meno intensamente a seconda di quanto materiale giunge o è già presente nell’ampolla. Oltre a ciò anche i gase vengono veicolati nell’ampolla rettale.

Questi fenomeni danno luogo al rilasciamento dello sfintere anale interno, che non è sottoposto al controllo della nostra volontà, e successivamente, il materiale fecale passa nella parte inferiore del retto (canale anale). Grazie alle cellule sensitive (recettori) presenti nel canale anale, avviene il riconoscimento della natura del materiale (solida o gassosa); successivamente la contrazione dello sfintere anale esterno, che è invece volontario, chiude l’ano, impedendo così alle feci di uscire.

La continenza delle feci è quindi assicurata dal sistema sfinteriale, dal muscolo pubo-rettale, dalle proprietà elastiche del retto, che si adatta al contenuto fecale, dalla consistenza delle feci.
Quando invece il soggetto decide di defecare, è necessario un aumento della pressione addominale (realizzato dai muscoli della parete addominale e dal diaframma respiratorio, che vengono a costituire il “torchio addominale”), un rilasciamento dello sfintere esterno e del muscolo pubo rettale.

Tutto ciò permette lo scorrimento della materia fecale che viene così spinta all’esterno. Viene considerato normale un numero di evacuazioni comprese tra 2 volte al giorno e 2 volte alla settimana.

FUNZIONE SESSUALE

La sessualità è una funzione complessa e coinvolge l’aspetto fisico-biologico e quello psico-relazionale.

Coinvolge diversi sistemi, compreso quello muscolare e all’interno di questo, in particolar modo dei muscoli del pavimento pelvico.
In entrambi i sessi i diversi eventi della funzione sessuale vengono distinti in quattro fasi: desiderio, eccitazione, orgasmo, risoluzione / soddisfazione.
I muscoli del pavimento pelvico sono coinvolti nella funzione sessuale femminile: essi, circondando il canale vaginale, permettono la penetrazione vaginale, lasciandosi distendere durante tale momento.
Inoltre sono coinvolti nella fase dell’orgasmo con l’attivazione riflessa di contrazioni ritmiche ripetute.
Nella funzione sessuale maschile la porzione muscolare del pavimento pelvico partecipa al meccanismo di erezione e di eiaculazione attraverso l’attività contrattile.

FUNZIONE STATICA PELVICA

Consiste nella capacità di mantenere in sede degli organi della bassa pelvi (vescica e uretra, utero e canale vaginale, retto e canale anale) ripetto sia alla forza di gravità, sia agli aumenti di pressione intraddominale che si verificano normalmente durante le attività quotidiane (tossire, flettere il busto per raccogliere un oggetto, sedersi, alzarsi, ecc.) .

La funzione relativa alla statica pelvica viene realizzata dal pavimento pelvico, sia con la porzione muscolare, sia con quella connettivale. La prima, più esterna, costituisce il sistema di sostegno e può essere paragonata alla funzione svolta dall’acqua quando fa galleggiare una nave. I muscoli del pavimento pelvico sono infatti posti al di sotto dei visceri e li fanno “galleggiare”.

Il connettivo (legamenti e fascie) costituisce il sistema di sospensione e può essere paragonato alla funzione dell’àncora di una nave che la mantiene ancorata; la nave, in questo esempio, corrisponde al viscere.

FUNZIONE RIPRODUTTIVA

Il ruolo del pavimento pelvico nella funzione riproduttiva è relativo al parto.

Durante tale evento i muscoli di questa zona si lasciano distendere per permettere la fuoriuscita del feto. Inoltre essi sono parte attiva nel promuovere la fuoriuscita del neonato attraverso una buona capacità contrattile.

E’ pertanto utile che in occasione di questo importante evento, i muscoli del pavimento pelvico possiedano una buona capacità elastica.

FUNZIONE BIOMECCANICA

Il pavimento pelvico appartiene al cingolo pelvico, costuito da diverse strutture biomeccaniche: ossa del bacino, muscoli, legamenti. Questi elementi cooperano insieme per assicurare stabilità al corpo, insieme alle strutture muscolo scheletriche del tronco, come la colonna vertebrale.

Ad esempio, ogni volta che un arto superiore o inferiore si muove (es.: camminare, afferrare un oggetto, ecc.), le strutture biomeccaniche del cingolo pelvico e/o del tronco si attivano per fare da “contrappeso” alla parte che si muove. Così il movimento diventa armonico, preciso e funzionale. Ne deriva che in alcune condizioni funzionali, come afferrare un oggetto con le mani, si contraggano anche i muscoli del cingolo pelvico, compreso il pavimento pelvico.